L’ala Spezzata (1 puntata)

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Carissimi, ormai persino i cantanti famosi si occupano di me, sono un caso nazionale un condensato di cattiverie umane, insomma il peggio fatto uomo, bene per chi ne fosse interessato avrei delle cose da dire anzi dei documenti da proporre, inizierò con Gandalf Airlines di cui sono stato Amministratore Delegato esattamente 15 anni fa.

Di sotto, evidenzio lo screenshot di quanto dichiarato durante una udienza del mio processo dal responsabile di KPMG sig. Stefano Azzolari circa le 4 fatture emesse dalla AWS, il cui importo mi si contestava di essermi messo in tasca e che io stesso durante le indagini preliminari, in un momento di paura e debolezza avevo confessato di essermi preso. Ricordo che la società di revisione è quella che per legge, essendo Gandalf una società quotata in borsa, controllava i bilanci e tutte le scritture contabili della compagnia. Premetto che è un testimone dell’accusa e quindi un testimone che il Pubblico Ministero avrebbe voluto usare per dimostrare la mia colpevolezza lo stesso a domanda sul controllo delle operazioni contabili e in specie modo sul controllo dell’operazione incriminata risponde come segue:

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Quindi, il responsabile del team di KPMG di fatto sconfessa la mia confessione dicendo che le fatture erano regolarmente registrate e saldate e che gli Americani di AWS avevano confermato di aver regolarmente preso i soldi da me.
Ma c’è di più, in questo fango che mi hanno catapultato addosso in questi giorni chiamando tutti i miei amici ed affini sino alla settima generazione si sono dimenticati di un fatto importante ovvero che io venni costretto alle dimissioni dopo aver di fatto azzerato le perdite di Gandalf che sino al mio arrivo perdeva 50 miliardi di lire l’anno al punto che Borsa Italiana decise di riammettere Gandalf alle contrattazioni. I motivi veri delle mie dimissioni occorre chiederli ai Francesi di Air France in collaborazione con il Dott. Mengozzi ex Ad di Alitalia premiato in quel periodo con la prestigiosa Legion D’onore dai transalpini. I motivi finti furono quelli relativi alla operazione di cui sopra con gli Americani di AWS che mi venne contestata dopo che tutti nel Board la conoscevano, e del resto non poteva essere diversamente visto che gli assegni con i soldi da girare agli americani erano fatti a me ed erano non trasferibili. Tanto mi arrabbiai e mi sentii beffato che il giorno delle dimissioni sbattei in faccia a coloro che mi avevano tradito tutti i soldi dei miei stipendi facendo un assegno intestato alla società e restituendo Euro 220 mila ovvero tutto quello che avevo guadagnato in Gandalf. Rinunciai anche ad eventuali premi che mi sarebbero toccati per legge considerando i risultati raggiunti e il ritorno del titolo alle contrattazioni di borsa. Di sotto il fronte retro dell’assegno: 

Schermata 2018-09-23 alle 04.02.15

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Mi sembra niente male per un bancarottiere restituire 221 mila euro dei propri emolumenti prima di andarsene ma lascio a chi legge ogni considerazione. Quello che è certo è che trovo giusta la condanna minima che mi è stata inflitta, perché sotto un profilo squisitamente formale la triangolazione di cui fui attore non è lecita, anche se nel caso in questione era l’unica soluzione per garantire a Gandalf di tornare in borsa e quindi dare alla compagnia aerea un futuro. Certamente mi risulta difficile credere che i giudici mi avrebbero dato 2 anni e 4 mesi di pena condonandola nella stessa sentenza di primo grado, se erano totalmente convinti che io mi ero messo in tasca quasi mezzo milione di euro. Ma anche in questo caso lascio a chi legge ogni considerazione e mi limito a citare fatti e circostanze evidenziati di seguito sulla mia gestione della compagnia aerea per come riportati dai giornali dell’epoca:

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Il secondo argomento su cui si è concentrata l’attenzione di alcuni soggetti è il mio Curriculum che nessuno di fatto ha mai visto perché il Ministero non lo ha ancora pubblicato. Anche in questo caso hanno chiamato sino in America per farmi i raggi X ma lo hanno fatto per amor di verità, non certo su mandato di qualcuno come io malignamente penso e come pensano tutti coloro che sono dotati di proprio intelletto. Viene quindi ideato un mio curriculum virtuale preso da LinkedIn, Twitter e mie dichiarazioni per fare mergere che non avrei fatto un Master al MIT e non avrei lavorato per la McKinsey. Bene quindi io che ho qualche laurea acclarata, un Executive MBA alla Bocconi anch’esso acclarato mi sarei dovuto inventare qualche titolo in più non si capisce per quale diavolo di motivo o ancora dopo aver lavorato con compagnie aeree di tutto il mondo, e con presitigiose società di consulenza e studi legali in aviazione che tra l’altro non cito nel CV ma che cito qui: Clyde & Co, K&L Gates per esempio, (se qualcuno vuole telefonare chiedere di Philip Perrotta per conferma questo per facilitare il giornalista o il professore di Pavia) mi sarei dovuto inventare di essere stato alla McKinsey dove sono stato per un breve periodo circa 30 anni fa negli USA. Lascio sempre a chi legge giudicare non senza informare che ho richiesto negli Stati Uniti tutti i documenti autentici e che non appena saranno in mio possesso il mio legale intenterà l’azione risarcitoria verso il giornalista del foglio Luciano Capone ed il professore Riccardo Puglisi. Continuo ad esporre i fatti. 

Mi si accusa poi di aver fatto fallire delle compagnie aeree in Italia, be qui mi limito a dare dei dati :

  1. Nel 2007 sono stato AD di Club Air ho ridotto l’indebitamento del 40% durante la mia permanenza e ho portato a compimento lo spin off su una nuova aerolinea di nome Italiatour secondo le direttive dell’azionista e di Unicredit Corporate Banking Veneto diretta dal Direttore Area Veneto di allora Dott. Rossi. 
  2. Nel 2010 sono stato AD di Itali Airlines, ho ridotto l’indebitamento del 35% portando l’impresa in utile, con la riammissione alle linee creditizie sospese prima del mio arrivo alla compagnia stessa ed al gruppo di cui faceva parte. Completato il torneround, nell’Ottobre 2010 l’intero gruppo di cui Itali Airlines faceva parte venne posto sotto sequestro dalla magistratura per una indagine giudiziaria che coinvolse l’azionista di maggioranza e numerosi manager. Il sottoscritto era totalmente estraneo all’indagine, a seguito di tutto ciò lasciai la compagnia. 
  3. Nel 2011 sono stato per 6 mesi Amministratore delegato di Eagles poi denominata Prima Airlines. Al mio arrivo la compagnia aveva azzerato il patrimonio netto e non pagava gli stipendi da 5 mesi. In sei mesi di gestione riuscii a dimezzare i debiti portando il passivo da 5 milioni a circa 2,5 milioni e soprattutto riuscii a remunerare i dipendenti di 11 stipendi i 6 della gestione più i 5 che non avevano preso prima del mio arrivo. 

Malignamente il signor Capone liberista da Avellino, che ben presto mi darà conto in tribunale anche di questo, cerca di coinvolgimenti nei fallimenti di quelle aerolinee dove alcuna condanna mi è stato attribuita. Conservo ancora un documento illuminante che prova la malafede di questo giornalista, ovvero uno stralcio della relazione del giudice delegato del fallimento di Club Air circa la mia gestione. Il Giudice Delegato Fontana nel suo atto del 23 Novembre 2011 accoglie le istanze del curatore fallimentare nel non dover intentare alcuna azione verso di me come AD e verso il consigliere Fusi dando atto alla mia gestione non solo di non aver peggiorato il patrimonio netto come successo invece nelle gestioni precedenti e successive alla mia, ma addirittura di aver migliorato il patrimonio netto che in altri termini significa aver portato la compagnia in utile. Ecco il testo in originale:

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Purtroppo però la tonnellata di fango che mi hanno tirato addosso non si ferma qui ecco quindi che si ammette che insegno due moduli presso l’università di Tor Vergata , ma siccome sono docente a contratto non mi posso chiamare professore (andatelo a leggere vi giuro che è vero ha scritto proprio così il sig. Capone!!!!). Nel bel mentre,  non sapendo più dove spargere letame l’esimio professore di Pavia bello come il sole, va a pescare tra i miei tweet di acceso tifoso milanista alcune frasi certamente non belle  SI guarda bene questo Professore che passa 20 ore della sua giornata su twitter (mi chiedo quando trova il tempo di fare il professore) di parlare di argomenti seri, proprio Lui fautore del governo Monti dovrebbe spiegare per esempio un bel po di cose circa lo sconsiderato Contratto di programma su aeroporto di Fiumicino firmato dal suo magnifico mentore Prof. Monti insieme al Dott. Passera 1 ora prima delle dimissioni del governo. E stranamente proprio il giorno dopo che io annuncio questo come tra i miei dossier al Ministero,  il funambolico professore parte all’attacco della mia persona sia facendo un pirotecnico attacco al mio CV che di fatto non esiste e di cui ho già parlato sopra, sia andando con una pazienza certosina e tanto tempo da perdere (ma lui ripeto di tempo ne ha molto non facendo una mazza tutto il giorno se non twittare) a controllare uno per uno i miei tweet di circa 7 anni sino a trovarne uno di tipo sessista che utilizza sapientemente per spargere letame contro di me ben supportato da ignari frequentatori di twitter e da meno ignari giornalisti. 

Diciamolo subito, io ero e sono convinto che il mio interlocutore di quegli scritti circa la masturbazione orale fosse un troll e non una gentile signora. In ogni caso ho sbagliato, lo ammetto, purtroppo sono uno sconsiderato tifoso del Milan, per me il Milan non è una squadra di calcio ma molto di più. Il Milan è l’amore di una vita a cui sono rimasto fedele, e il cluster perfetto dei miei idoli da Gianni Rivera a Paolo Maldini passando per Baresi e gli Olandesi. Per il Milan ho litigato, da ragazzo ho fatto anche a botte, non mi vergogno a dirlo. Avrò sbagliato, forse si ma davvero non capisco cosa c’entri tutto questo con il mio lavoro al Ministero dove ero stato chiamato per le mie competenze professionali e non per la mia passione per la fellatio orale o per il Milan. Ai posteri l’ardua sentenza, nel frattempo vi aspetto nella seconda puntata dove parlerò di Alitalia mostrando documenti inediti su un fallimento di proporzioni clamorose. Grazie mille a chi ha la pazienza di voler capire come stanno le cose. Grazie poi di cuore ai tantissimi dipendenti di Alitalia per la solidarietà che mi state dimostrando in tutti i modi. Il mio cuore ed i miei pensieri sono con voi. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

5 Comments

  1. Quando in Italia intralci i lavori in corso succede che la macchina del fango si mette in moto. Un vecchio sindacalista diceva che la peggiore offesa è la calunnia e se ci si riflette è vero. Solifarietà al Prof. Intrieri. In Italia ce ne vorrebbero 100 d’Intrieri per mettere a luce tutte le mangiatoie.

  2. Apprezzo lo sforzo ma non mi è chiaro lo scopo. Da decenni Alitalia è tra le altre cose un poltronificio. Inoltre giustifica bene l’impiego di fondi pubblici. Una priorità assoluta in politica. Si da il caso che gestisca aerei che volano e trasportano passeggeri. Ma è un aspetto secondario. Overall and over è stato dimostrato – anche nelle rotazioni contabili con Etihad di cui lei, e non per primo, rende conto – che l’aspetto business è irrilevante. Cosa si aspettava? Una pacca sulla spalla? Una buona pubblicità?

    • Posso concordare su quanto dice, una sola precisazione sono stato il primo ad Ottbore 2016 in un analisi per Avionews sul bilancio di Alitalia, ad evidenziare che l’impresa era tecnicamente fallita. Per il resto non ho bisogno di pubblicità e sarebbe importante che Lei esprimesse il suo rispettabilissimo pensiero mettendoci la faccia ovvero il nome ed il cognome.

  3. Gentile Professore Intrieri, sono uno dei 2251 lavoratori Alitalia licenziati nel 2014. Sono rientrato in azienda nel dicembre 2015 dopo 13 mesi di mobilità “grazie” allo stesso accordo che aveva sancito il mio licenziamento. Da allora il mio lavoro in questa azienda che nonostante tutto amo è stato un susseguirsi di alti e bassi, speranze e sconforti. Saperla al MIT a cercare di raddrizzare le sorti questa compagnia maltrattata mi dava grande fiducia. Adesso che è andato via, mi passi il termine, mi sento disperato.
    Grazie comunque per quello che ha fatto.
    Spero che chi è rimasto continui a lavorare nel solco che Lei ha tracciato. Buona fortuna. Marco

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