I miei trenta giorni al Ministero, 3° puntata: ANAS/FS un matrimonio ai danni dello Stato

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Ero arrivato al Ministero per occuparmi di tutto ciò che è legato all’aviazione settore da cui provengo, successe invece che il Ministro, bontà sua, volle impiegarmi anche nell’analisi di ulteriori dossier legati a Ferrovie dello Stato (FS), ecco quindi che a fronte della recente acquisizione di Anas da parte di FS iniziai a mettere mani e occhi su ciò che successe in quella che definire una pittoresca acquisizione è solo un eufemismo. Ieri si è dimesso l’Amministratore Delegato di Anas dott. Gianni Vittorio Armani e quindi mi sembrava quanto mai attuale nella terza puntata della serie i miei 30 giorni al MIT, raccontare pubblicamente quanto da me analizzato in quei giorni.

Intanto è opportuno evidenziare l’operazione di acquisizione avvenne attraverso il Decreto Legislativo n. 50 del 2017 convertito in Legge n. 97 del 2017, che all’art. 49, definisce le disposizioni relative al conferimento della partecipazione dell’intero capitale sociale di ANAS dal Ministero dell’Economia e Finanze (MEF) a FS.

L’art. 49 al comma 1 prevede che ANAS S.p.A. sviluppi le opportune sinergie con il gruppo Ferrovie dello Stato con “l’obiettivo di rilanciare gli investimenti del settore delle infrastrutture attraverso la programmazione, la progettazione, la realizzazione e la gestione integrata delle reti ferroviarie e stradali di interesse nazionale, anche attraverso appositi contratti e convenzioni al fine di realizzare, tra l’altro, un incremento degli investimenti nel 2017 di almeno il 10 per cento rispetto al 2016 ed un ulteriore incremento di almeno il 10 per cento nel 2018”.
Il perseguimento di tale obiettivo appare indipendente dal perfezionamento dell’operazione di acquisizione, ovvero non vi è un nesso eziologico tra l’acquisizione e la descrizione del fine della stessa, in quanto è evidente che a fronte di non ben specificate sinergie i reciproci vantaggi per ceduto ed acquirente sono residuali e marginali.

Il comma 2 dispone che “il Ministro dell’economia e delle finanze, al fine di realizzare una proficua allocazione delle partecipazioni pubbliche facenti capo al Ministero dell’economia e delle finanze in ambiti industriali omogenei”, entro trenta giorni dal verificarsi di determinate condizioni, trasferisce alla società Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. le azioni della società ANAS S.p.A. mediante aumento di capitale della società Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. tramite conferimento in natura. L’aumento di capitale è realizzato per un importo corrispondente al patrimonio netto di ANAS S.p.A. risultante da una situazione patrimoniale approvata dal Consiglio di amministrazione della Società e riferita ad una data non anteriore a quattro mesi dal conferimento”.
In ottemperanza al suddetto comma, il conferimento della partecipazione ANAS dal MEF a FS è avvenuta in data 18 gennaio 2018, mediante aumento del capitale sociale di quest’ultima per un importo di 2,9 miliardi di euro. Quindi, il valore del patrimonio netto di ANAS al 31.12.2017, come risulta dal bilancio 2017 che è stato approvato da FS in qualità di azionista unico in data 10 settembre 2018, risulta pari al valore di conferimento, ovvero 2,9 miliardi di euro.

Al comma 3 sono indicate le condizioni cui è subordinata l’operazione di acquisizione:
1) perfezionamento del Contratto di Programma 2016/2020 tra lo Stato e ANAS S.p.A., avvenuto in data 29 dicembre 2017 con la registrazione da parte della Corte dei conti del Decreto Interministeriale che ha approvato il Contratto di Programma;
2) accertamento tramite perizia giurata che i fondi stanziati nel bilancio ANAS siano adeguati rispetto al valore del contenzioso giudiziale in essere; per espressa previsione della Norma, con perito è nominato da Ferrovie dello Stato Italiane S.p.A. nell’ambito di una terna di esperti proposta dal Ministero dell’economia e delle finanze
3) l’assenza di effetti negativi sui saldi di finanza pubblica. In relazione a tale aspetto, il Ministero dell’economia e delle finanze con il DM 22.12.2017, nel disporre il conferimento ad FS della titolarità delle azioni ANAS ha dato atto dell’assenza di effetti negativi sulla finanza pubblica

Tutto ciò premesso, veniamo adesso ad analizzare come andarono realmente le cose: analizzando il bilancio di ANAS 2017 mi resi conto di alcuni aspetti rilevanti, che avrebbero meritato certamente un adeguato approfondimento soprattutto in relazione alla predisposizione della situazione contabile presente e futura.

Di seguito la descrizione delle criticità maggiori da me riscontrate:


1.mancata svalutazione del capitale sociale per l’importo di circa 2€/mld. ANAS risulta aver iscritto a capitale sociale i fondi ricevuti ex Contratto di Programma 2003-2005 per la realizzazione degli investimenti ivi previsti. Tali risorse non possono essere utilizzate se non per le finalità per le quali sono state concesse e pertanto sembrerebbe appropriato non considerarle capitale sociale. Tale problematica è peraltro ben nota. Infatti ANAS già aveva proceduto nel 2010 a riclassificare nel modo appropriato parte di tali stanziamenti, per un importo di 1,5 miliardi di euro;

2.iscrizione a bilancio del valore della concessione per un importo pari a 1.590 milioni di euro. La Società, a seguito dell’efficacia del contratto di programma 2016-2020 che introduce un meccanismo di remunerazione per tutte le attività svolte in concessione, ha ritenuto di dover aggiornare il valore della concessione iscritto tra le proprie immobilizzazioni incrementando il patrimonio netto di pari importo. La valutazione del valore della concessione sembrerebbe basarsi tuttavia su ipotesi e previsioni di lunghissimo periodo e perciò non oggettivamente verificabili, nonché su assunti fortemente discrezionali, quali ad esempio la proroga del periodo di concessione da 30 a 50 anni,(a questo proposito qualche manina maldestra aveva provato a far firmare al Ministro Toninelli la proroga della concessione, che venne prontamente rispedita a mittente. 

3.iscrizione tra le passività di un fondo rischi per fronteggiare le probabili conseguenze negative dei contenziosi per lavori per un importo di circa 1,2 Mld. Tale fondo è alimentato non con risorse proprie di ANAS ma con risorse pubbliche ancora da erogare, crediti. Tuttavia una parte rilevante di tali crediti sembrerebbe – ad una prima analisi – incerta, in quanto derivante da eventuali future economie conseguibili su altri investimenti.

È quindi oltremodo dovuto, in occasione della predisposizione della prossima situazione contabile, aggiornando – com’è doveroso – le valutazioni delle poste di bilancio, i valori del capitale sociale e del patrimonio netto di ANAS potrebbero risultare significativamente inferiori a quanto indicato nell’ultimo bilancio approvato da Ferrovie dello Stato per cui, nel caso in cui FS dovesse risultare ancora titolare della partecipazione in ANAS, essa dovrà certamente procedere alla svalutazione del valore della partecipazione iscritto nel proprio bilancio ed alla riduzione di pari importo del suo patrimonio netto con enormi danni per la stessa FS e quindi per lo Stato ed i suoi contribuenti

Ciò detto occorre qui precisare che grazie a questa straordinaria operazione di acquisizione il dimissionario amministratore delegato di ANAS Dott. Armani, per festeggiarne l’esito così remunerativo per tasche di noi cittadini, una volta passato sotto FS e quindi non più soggetto alle restrizione dei 240 mila euro annui di emolumenti dei dirigenti dello Stato introdotta dalla legge di stabilità del 2014, decise di auto premiarsi portando la sua retribuzione complessiva dai 240 mila euro annui ante acquisizione a 540 mila Euro annui di cui 400 su base fissa e 140 in MBO. Alla faccia dei poveri fessi che paghiamo le tasse!!!!!

Per motivi di riservatezza non approfondisco in questa sede alcuni temi che ebbi modo di analizzare sulla vicenda ANAS, soprattutto legati alla controllata SITAF SpA ed alle partecipazioni che quest’ultima detiene in società estere, dei quali ho avuto modo di informare le competenti autorità ma che ben presto diverranno di dominio pubblico e comunque in parte già oggetto di interrogazioni parlamentari.

Proprio negli ultimi giorni del mio incarico al MIT, nel bel mezzo della campagna di fango a mezzo stampa di cui sono stato destinatario, ebbi più volte modo di avvisare Gianfranco Battisti AD di Ferrovie dello Stato delle evidenti criticità riscontrate nel bilancio ANAS, esortandolo a non approvare il bilancio e quindi a sua volta di non consolidarlo in quello di Ferrovie dello Stato purtroppo le mie indicazioni furono del tutto inascoltate e di fatto oggigiorno FS ha in pancia una società piena di buchi neri ed i cui numeri di bilancio meritano ampie ed approfondite indagini. Non è un caso che lo stesso Dott. Armani che insieme all’ex Amministratore Delegato di FS dott. Renato Mazzoncini aveva architettato e concretizzato l’operazione di acquisizione, con una giravolta degna del migliore acrobata propose lui stesso nel mese di Agosto delle opzioni per il “potenziale processo di uscita di ANAS dal gruppo FS” (cit). Della serie ti faccio pelo e contropelo!!!!

Le dimissioni di questi giorni del dott. Armani e del presidente di ENAV (oggetto della seconda puntata di questo resoconto della mia esperienza ministeriale) dimostrano inequivocabilmente che il mio tempo al Ministero forse non è stato del tutto gettato alle ortiche e presto anche sull’aeromobile di Stato Airbus A340, oggi abbandonato in un hangar dagli Emiratini per come da me ampiamente previsto, gli Italiani potranno scoprire ogni dettaglio. Rimane Alitalia, come ultimo dossier di cui mi ero occupato, questa è davvero una storia triste che rischia di trasformarsi in tragedia di cui mi occuperò nella prossima ed ultima puntata dei miei trenta giorni al Ministero analizzando la gestione dei commissari straordinari.

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